Massimo Barbagli - 28-09-2009
I giornali di questi giorni raccontano il dramma della perdita di lavoro di molti insegnanti. Con l'inizio di settembre, infatti, a macchia di leopardo, ma come una pandemia, si sono diffuse le proteste dei precari dell'istruzione contro i tagli di cattedre e posti decisi dal governo: incatenati a Milano, sciopero della fame a Palermo, sui tetti a Benevento, ecc.. Emblematico della situazione e della risposta del governo è il confronto tra un professore precario e un consulente della Ministra dell'Istruzione avvenuto la mattina del 3 settembre a RaiNew24. L'insegnante - cinquantotto anni di età, precario da 25 anni, 1.200 € al mese (esclusa l'estate), perdente posto - era preoccupato per il suo futuro e quello dei suoi colleghi; l'on. G.C. Stracquadanio - consulente della Ministra, minimo 12.000 € al mese - , per niente toccato dal fatto, ha invitato i precari a rivolgersi a quel fatidico compensatore della domanda e dell'offerta, in questo caso di lavoro, che è il "libero mercato" il quale funzionando in "modo perfetto" avrebbe risolto qualsiasi problema; peraltro, ha aggiunto, anche lui è un precario nell'incognita di non essere rieletto tra quattro anni (per inciso: l'Italia è piena di ex parlamentari in estreme difficoltà economiche!).
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